Per gran parte della mia vita ho pensato che ci fosse una regola inespressa: quando sei in gelateria chiedi prima il gusto con cui vuoi finire, in modo che lo posizionino sotto.
Poi a 18 anni ho fatto uno stage da gelataia e ho scoperto che in realtà le cose sono più complicate di così, o almeno lo erano nella mia gelateria
La rivelazione scaturì in me due reazioni. La prima di
L’altra di
La risposta a questa domanda viene nella seconda variabile da prendere in considerazione: la consistenza del gelato. Infatti se una vaschetta è stata fatta da poco il gelato è ancora molto morbido, mentre più passa il tempo più diventa duro.
Insomma, la tua preferenza di cliente conta meno di una cippa. Da allora quando vado in gelateria la mia tattica è quella di chiedere solo un gusto e poi iniziare uno stallo alla messicana con il gelataio di turno per indurlo a posizionarlo sul cono in attesa che dica l’altro gusto
Ciao! Avete sviluppato strategie migliori per ordinare i gelati nell’ordine che volete? Scrivetemelo nei commenti! Non vi siete mai fatti troppe domande a proposito? Lo accetto.
E immagino che per voi, stomaci d’acciaio, il gelato non sia un cibo stagionale, ma io ho un rapporto col freddo che definire complicato è usare un eufemismo. Capirete quindi che, vivendo in un paese in cui è estate 7 giorni l’anno, conto sulle dita i miei gelati annuali e dunque ho bisogno che siano memorabili. La loro pianificazione occupa gran parte delle mie energie mentali e oramai mezza newsletter - pardòn, nella mia testa era una storia più breve.
Passiamo quindi a bomba a vedere qualche disegno fatto questo mese. Di solito vi mostro cose passate, oggi qualche sneak peek di un lavoro presente. Sto collaborando con un ricercatore austriaco, David Brückner, che studia i movimenti delle cellule, singole e in collettività. Mi ha chiesto quindi di disegnare cellule che
saltellano da una parte a un’altra di un percorso
Come delle ninja attraversano una matrice o si spostano su delle fibre in sospensione
Ma anche
fanno dei gran girotondi
fuggono da zone confinate
si spostano impacchettate in masse sferoidali
David mi ha chiesto di rendere evidente il movimento, il fatto che le cellule scivolino le une sulle altre, e che lo facciano con un certo entusiasmo. Per questo sono uscita un po’ dalle classiche rappresentazioni che faccio per le illustrazioni più tecniche e mi sono lasciata influenzare dalla mia anima fumettista. Il risultato a me piace abbastanza e mi apre a nuove esplorazioni. Ah, e poi sono venute molto buffe, cosa che non guasta mai.
Ultima novità prima di passare ai consigli: oggi il mio libro esce in inglese in Australia e in Nuova Zelanda! La casa editrice, Affirm Press, mi ha mandato un volume in anteprima: è la prima traduzione che riesco a leggere, è stata fatta benissimo, sono al settimo cielo: si vede?
Ma basta parlare di me
Mentre disegnavo cellule zompettanti, nelle orecchie avevo l’audiolibro di Spatriati un libro scritto da Mario Desiati e letto da Paolo Russo. È un racconto ruvido di amicizia, sesso, ricerca di sé. Immagino che il fatto che sia ambientato in Puglia aiuti ad avermelo reso così vivido e colorato, ma lo consiglio in ogni caso.
Sul sito della Revue Dessinée ci sono varie offerte fino al 30 di Giugno. Se volevate recuperare i numeri passati o abbonarvi a quelli futuri, se avete qualche regalo da fare che vi fa sbattere la testa, o anche solo cercavate delle letture per le vacanze, beh approfittatene! Io sono una grande fan del lavoro che fanno sia da lettrice sia da autrice: ogni articolo è curato benissimo, i reportage si concentrano su temi importantissimi. Tutti gli -issimi che mi vengono in mente non sono abbastanza a descrivere quanto mi piacciano.
Infine questo venerdì su Netflix, non so se anche quello italiano, esce il cartone animato ispirato al fumetto Nimona di ND Stevenson. È una storia fantasy la cui protagonista, Nimona è una shapeshifter, cioè può cambiare aspetto fisico a piacimento. Ho amato tantissimo il fumetto (e lo stile di disegno di Stevenson è stato per me una guida per anni), quindi ho tantissime aspettative per questa rielaborazione.
Io qui vi saluto con l’augurio di mangiarvi un sacco di gelati nell’ordine che preferite: ci sentiamo a fine Luglio!
ciao cara!
penso sempre che i narratori (a parole, o a disegni e parole, come fai tu) abbiano quel dono bellissimo di rendere memorabili o divertenti o illuminanti cose piccole o apparentemente insignificanti o perfino fastidiose... non guarderò più un cono gelato come prima =)) (noi golosi sbafiamo e basta)
buona estate, che sia calda per più di 7 giorni. qui picchia già, povero pianeta nostro
baci
paola
Cara Claudia, la tua rivelazione sulla cronologia dei gusti gelato mi ha aperto finestre su mondi che non conoscevo; è sempre bello curiosare nel retrobottega di posti che entrano così tanto nella nostra quotidianità da illuderci di non avere più segreti, e invece! Quanto alla "memorabilità" dei gelati, credo di essere sulla tua stessa barca, vivo nel Leicestershire e il primo gelato, degno di essere chiamato tale, l'ho mangiato - dopo tre anni - nella Wye Valley, ma la mia ricerca continua anche nelle Midlands!
PS[1]: A proposito di memorabilità, le tue illustrazioni lo sono una più dell'altra :-)
PS[2]: Desiati è portentoso, adoro il suo stile e il suo modo di fare letteratura; se posso ricambiare il consiglio propongo "Quasi niente sbagliato" di Greta Pavan, finito di leggere ieri e credo che la botta da colpo di fulmine per questa scrittrice così espressiva e tagliente mi rimarrà ancora per molto. Libro essenziale, lo definirei.
Un abbraccio
Martina