Qualche tempo fa su Reddit ho letto una discussione tenuta da una persona cieca che rispondeva a domande degli altri utenti. Ad un certo punto qualcunə ha chiesto se c’erano cose sul mondo che aveva dato per scontate per via della sua cecità, per poi doversi ricredere in conversazioni casuali avute con amici. Due risposte mi sono rimaste impresse:
Se la cosa della doccia è diventata una sfida contro il mio udito ogni volta che mi accingo a farla, l’osservazione sul vento mi ha scatenato una nuova serie di domande. Che colore potrebbe avere il vento?
Ok, queste risposte denotano solo la mia scarsa immaginazione. Ma come potremmo vederlo?
E quindi il nostro parlare diverrebbe visibile come dei
Ciao! Se avete idee su come potrebbe essere un vento visibile lasciatemelo scritto nei commenti!
Non so a voi, ma a me la soggettività mediata dai nostri sensi con cui viviamo il mondo che ci circonda ha sempre affascinata moltissimo. È una cosa che mi fa esplodere il cervello da una vita. Per esempio, esattamente 10 anni fa scrivevo queste parole
Tornando con i piedi per terra, parliamo di cose fatte questo mese. Chi frequenta questa newsletter da tempo già sa che non sono molto un animale da palcoscenico. Nonostante questa mia ritrosia, qualche settimana fa sono stata una felicissima ospite a Co.Scienza, un podcast su scienza e ricerca scientifica condotto da Gianluigi Marsibilio che ultimamente sta facendo una serie di puntate insieme a Nicola De Bellis sul come comunicare la scienza, e da qui la puntata con me, sul disegnare la scienza. È stata una chiacchierata davvero piacevole, ascoltatevi anche le altre puntate perché meritano.
Incredibile ma vero, non è stata la mia unica apparizione pubblica di questo mese: a inizio Luglio il posto dove faccio coworking ha aperto le porte a visitatori esterni durante gli Open Studios, un festival a Cambridge dove atelier di artigiani di varie categorie fanno vedere i loro lavori nei luoghi dove li fanno. Non avendo grandi passati di mostre o mercatini, ho improvvisato con quel che avevo
e ho preparato un segnalibro pieno di cellule di vario tipo.
Infine, in una comparsata pisana, con 350° all’ombra e un'umidità che faceva sudare i sassi, ho tenuto un workshop per bambini sul mio libro, organizzato dalla libreria Gli anni in Tasca. Abbiamo giocato a fare i ribosomi, e, nonostante l’afa, ci siamo divertiti molto.
Ma basta parlare di me
E continuando a parlare di comunicazione scientifica, Nicola De Bellis che co-conduceva il podcast di cui vi ho parlato, tiene anche una bella newsletter sull’argomento. Si chiama La Foresta, la trovate sempre qui su substack ed è scritta in maniera molto divertente. Correte a iscrivervici!
Appena atterrata a Pisa sono corsa a recuperare L’ultima estate al cimitero, un fumetto di SantaMatita. Lei la seguo da anni sui social e non vedevo l’ora di leggere il suo libro, ma quello che mi ha fatto catapultare in libreria è stata la descrizione che ne ha fatto Tostoini nella sua ultima newsletter, con parole così perfette che non posso far altro che linkarvi. Leggetevi anche tutto il resto della newsletter già che ci siete, non ve ne pentirete.
E con un abbraccio appiccicosetto di sudore vi saluto: ci sentiamo a fine Agosto!
Bella puntata. E la sinestesia d'archivio è davvero suggestiva.
Grazie delle belle parole Claudia, è stato un piacere chiacchierare con te!
Il vento io lo immagino di diversi colori, come se fossero dei lunghissimi drappi trasparenti, che si sovrappongono e si mescolano a seconda della composizione dell'aria (qui c'è lo zampino del chimico che è ancora in me). Quindi si creerebbero colori sempre nuovi. Ma forse è il caldo che mi sta dando alla testa.
Chissà cosa vede una persona affetta da sinestesia quando sente il rumore del vento.
Ciao!